Sabato 5 marzo 2016
“otto marzo: la Donna, una parità difficile” è questo il titolo sull’incontro che c’è stato sabato 5 marzo 2016 presso la sala consiliare di Tramutola.
Il primo a prendere la parola è il sindaco dr. Ugo Salera il quale, introducendo gli ospiti e spiegando in cosa consista la “festa della Donna”, ricorda che non solo in quest’occasione, ma ogni giorno le donne andrebbero riconosciute, celebrate ed amate.
La parola passa poi al professor Domenico D’Alessandri, dirigente scolastico in pensione che, partendo dai miti che vedono protagoniste le donne, arriva a parlare delle società matriarcali in cui il rapporto uomo-donna è l’inverso di quello a cui noi siamo abituati.
Continua la discussione Padre Antonio Savone, il quale tratta la figura della donna all’interno del progetto di Dio illustrando la storia di Adamo ed Eva: Adamo, infatti, riconosce se stesso soltanto vedendo davanti a sé Eva, senza la quale si sentiva solo, e che costituisce la compagnia e l’aiuto che in nessun animale del Creato avrebbe potuto trovare.
Chiarendo che uomo e donna sono tra loro “diversi e specifici”, ed è perciò scorretto che l’uno cerchi di assimilarsi all’altro, conclude dicendo “Non aspettate che siano gli uomini a riconoscervi, difendetevi!”.
È il momento poi della testimonianza della volontaria dell’associazione Emmanuel e presidente del centro di ascolto Agape Antonia Giano, che racconta la sua esperienza con le madri di ragazzi in difficoltà e del loro senso di colpa nel ritenersi responsabili del divenire dei propri figli.
Continua riflettendo sul fatto che, per una donna, diventare madre significa rinunciare spesso alla propria carriera. Non sempre, infatti, è possibile iscrivere i propri figli in strutture che li accolgano nei primi anni di vita, per permettere loro di lavorare anziché rimanere a casa a badare ad essi. È perciò essenziale educare le loro giovani menti all’emotività anche se si ha poco tempo da dedicargli.
Questo concetto viene rafforzato citando la fiaba di Hansel e Gretel, i due fratellini che riescono a trovare la via di casa solo grazie ai sassolini (che simboleggiano la maturazione della propria identità) che hanno lasciato lungo la strada, ed infatti la madre rappresenta una guida per il figlio.
È poi importante, e questo lo dice da insegnante, che andando a scuola, cioè uno spazio in cui si trovano distanti dalla propria madre, i bambini esprimano se stessi e lavorino sulla capacità di controllare le proprie emozioni.
Prendono poi parola, all’interno del dibattito, le signore Silvana e Maria Rosaria: la prima ricordando il tragico evento del 25 marzo 1911, ovvero l’incendio della fabbrica Triangle Weist Company, in cui persero la vita, tra gli altri operai, due donne lucane provenienti dal comune di Armento; la seconda propone un excursus storico riguardante lo status della donna nel tempo e recita poi la poesia “a tutte le donne” di Alda Merini:
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
Ultimo a parlare, l’avvocato Carlo Delfino incentra il suo discorso sui due principali reati di cui è vittima la donna: il maltrattamento in famiglia e lo stalking. La donna che subisce violenza non solo sente calpestata la sua dignità, ma prova anche paura a denunciare, perché poi deve tornare a casa dalla persona che le ha fatto del male.
Per questo è importante che l’uomo riceva un richiamo al controllo sociale, all’educazione e al rispetto e che la donna trovi il coraggio di denunciare, ricordando che anche se si considerano gesti di eroismo, perché rari, dovrebbero piuttosto rappresentare la normalità.
Alessandra Milano
40.315495
15.792006